lunedì 20 settembre 2010

Inferno

INFERNO – Canto V – Battaglia sul campo infernale
( con spiegazione a pedice)

RIASSUNTO CANTI PRECEDENTI: La follia umana che alberga in tutti noi trova un pretesto per dare il via ad una battaglia fra le palestre di Manerbio e Bagnolo. Per stabilire chi sarà degno di bere dalla luccicosa coppa, forgiata direttamente dalle fucine del maestro e a cui la leggenda attribuisce inimmaginabili poteri, gli dei stessi predispongono un insieme di prove erculee da superare.
L’esito delle prime quattro prove è nettamente a favore di Manerbio che comanda con il punteggio di 3-1. Ma la palese alterazione delle regole della pallacanestro nell’ultima sfida svolta ha provocato l’ira degli dei, che decidono un’azione di rappresaglia sulla sentitissima e attesissima sfida a calcio.

Nel mezzo del cammin della nostra sfida agguerrita
Ci ritrovammo a giocar una partita oscura
che ai bagnolesi, la coppa, a scivolar iniziò via dalle dita(1).

Io ben so dir come tutto ciò potesse capitare,
tant’era ovvio a quel punto
che Manerbio si apprestasse a dominare

ma ciò che facile sembrava anche a chi non sa giocare
non aveva fatto i conti col voler divino
che per rappresaglia lo andava a complicare

quel che noi non potevamo ancora immaginare
appena fummo ai piedi del campo giunti,
un uomo saggio ci volle anticipare

“ o stolti mortali vi devo confessare
Che siate un po’ pirla non ho da dubitare
Se in queste condizioni sicuri siete di voler giocare”(2)


Noi pover uomini, non potevam pensare
Ch’era meglio accettar quel consiglio passionale,
E rimandar a domani quel che oggi sarebbe meglio non fare

Ma il dubbio in noi inizio ad affiorare
Quando il canuto barcaiolo dagli occhi di brace
Per varcare lo stige(3), Sei euro(4) ciascuno si fece pagare

i verdi prati rinunciammo presto a solcare,
diverso luogo gli dei scelsero a quel punto,
dove i guerrieri dovean, per la vittoria, lottare

Con sogghigno che doveva farci pensare
Dalle sponde asciutte
Quell’uomo inizio a gridare

“Per aver osato ,nell’ultima sfida, il basket infangare(5)
E per il contrappasso che regola queste sponde
Nello stesso fango dovrete sguazzare

Immersi nell’acqua dovrete avanzare
Nessuno escluso, anche chi non sa nuotare(6),
In un campo infernale provate a giocare:

Siccome la coda vi vogliam far abbassare
Ognuno di voi una qualche colpa espiar dovrà.
Prima che da qui ve ne possiate andare.”

Due simili destini le compagini devono sopportare
Ma a mal comune non vi è mezzo gaudio
Perché la vittoria soltanto a una dovrà andare

Racconterà fra due anni Moscarella al figlioletto(7)
Di come a vantarsi di esser grande cannoniere,
a sbagliar l’impossibile fu costretto,

e a Sbaraini che per eccesso di egoismo continuava a tirare,
a lui ogni volta la palla era obbligato a passare,
e poi, velatamente, doverlo infamare.

Più pesante è la pena per colui che la Carrozza(8) dei perdenti in corsa a lasciato,
nonostante il Manerbio alla vittoria abbia trascinato,
Con il nome di Valentini Marco ai posteri sarà ricordato(9)

Ma il prezzo più grande a bagnolo tocca
Di giocar un buon calcio e belle reti segnare
Ma di veder strozzato, di vittoria il grido, in bocca

Tornare a casa con un bel fardello pesante
E affiggere sullo stipite di dove v’allenate
Una scritta irriverente e roboante

“Per voi si va ne la palestra dolente
Per voi si va ne l’etterno dolore
Per voi si va tra la sconfitta gente

Lasciate ogni speranza o voi che entrate!” (10)

(1) Questa è la prima delle previsioni dell’autore che profetizza la sconfitta imminente di Bagnolo.
(2) Qui l’incontro con il saggio Virgilio. A differenza del viaggio dantesco, qui il poeta delle Bucoliche lascia i dodici uomini al proprio destino, e ne è anche particolarmente contento perché ne riceve anche un compenso.
(3) Il campo da calcio è una sorta di acquitrino, delimitato dalle rive dello Stige da un lato e dell’Acheronte dall’altro.
(4) Si ricorda che all’inferno vale la valuta corrente
(5) La precedente sfida si svolse secondo le usanze di un mitologico gioco, che le due palestre reinterpretarono a loro modo, suscitando le ire degli dei.
(6) Secondo la leggenda, Gabanetti non sapeva nuotare.
(7) Seconda profezia dell’autore.
(8) Forse velato riferimento al vero nome del personaggio citato
(9) Valentini Marco è una figura mitologica, originariamente schierata con la parte bagnolese, decide di passare al nemico, e contribuendo nettamente alla vittoria. La partita secondo le cronache locali del tempo finira 11-8 per il Manerbio con 3 triplette di Sbaraini, Ruperto, e Marco Valentini (notare la ricorrenza del tre, la trinità) , goal di Gabanetti e un autorete. Per il bagnolo triplette di Fabrizio e Provenzano, più goal di Robertinho e Matteo. Come si può notare l’assenza delle 3 triplette è compensata dalla differenza nelle reti 11-8=3 ad indicare il volere divino della vittoria manerbiese.
(10)Sfottò dell’autore.

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