lunedì 16 maggio 2011

arti marziali o fast food?


Ricordo quando da bambino con gli amici si andava al cinema a vedere i primi film di Kung fu che arrivavano da Hong Kong,pellicole con titoli tradotti in italiano che rasentavano il ridicolo,ma poco importava,poco importava se questi film di cappa e spada cinesi fossero infarciti di uomini appesi a cavi visibilissimi o sputassero succo di pomodoro ad ogni colpo ricevuto,fosse anche solo per una stretta di mano,si usciva dalle sale e ci si produceva in improbabili tecniche marziali sulla scia di quanto appena visto,con il sogno di diventare invincibili maestri e di sposare una bella cinesina,ed allora ecco aprirsi una valanga di corsi,ogni città o paese per quanto piccolo aveva un corso,con valanghe di ragazzini che si affrettavano ad iscriversi,tutti speranzosi di poter eguagliare gli eroi visti al cinema,peccato che i corsi erano tutti di …Karate,ma poco importava,in realtà non si conosceva bene la differenza fra il kungfu ed il karate,venivano sempre da zone con abitanti dagli occhi a mandorla.
Ora a distanza di anni,parrebbe che la conoscenza di suddette arti sia aumentata,cosi come le varie discipline,che vanno dal kungfu e karate tradizionale,al moderno,allo sportivo,al terapeutico,al dimagrante,al meditativo,si inventa e si ricicla,si spacciano per nuove discipline che hanno tradizioni antiche cambiando il nome,aggiungendo aggettivi,sostantivi, o traducendole in altre lingue,ma che in realtà di nuovo hanno ben poco,ma questo è il mercato delle arti marziali in occidente e purtroppo anche in oriente,anche se in maniera non ancora così esasperata,si vedono signorotte di mezza età o impiegati intenti a scoprire “la via”,perché hanno letto su riviste specializzate come “Chi”,”Donna moderna”,Cioè”che le arti marziali producono benefici incredibili su chi le pratica,senza specificare che non basta andare in palestra 2 volte alla settimana in pausa pranzo,che non basta infilarsi l’ultimo ritrovato in fatto di abbigliamento,che non serve a nulla saper contare in cinese fino a 10,ma che invece bisogna allenarsi quotidianamente,sapere cosa si va a fare e per quale motivo,sapere cosa significa arte marziale e per cosa è nata.
Genitori portano i propri figli con le motivazioni più disparate,chi perché maleducato,chi perché timido, chi perché deve diventare forte e da grande dev’essere rispettato,genitori frustrati per non essere loro stessi dei “duri” ed allora riversano le loro carenze sui figli,mamme che portano i bambini per avere un’ora libera e che in realtà se scoprissero che i loro figli sono dei fannulloni che non amano allenarsi non gliene fregherebbe poi molto.
Ragazzi che arrivano pensando di diventare gli eredi di Bruce Lee o dei più recenti Jet Li o Takeshi Kaneshiro,che pretendono esami e gradi in poco tempo,di imparare miriadi di forme,di apprendere millemila stili e di sentirsi dire bravo ad ogni occasione,ovviamente il tutto in un paio d’ore la settimana,ma la parte negativa non è tutta nei fruitori di tali corsi,ma lo è soprattutto dall’offerta,da chi organizza,da chi insegna,migliaia di Maestri( la m maiuscola è ironica)che dopo pochi anni pensano di essere i migliori,o per lo meno si credono arrivati che si fanno un’agguerrita battaglia a suon di infamie e di colpi bassi e a ogni persona che si presenta sono pronti ad offrire piatti veloci,a dare quello che la gente chiede,senza nemmeno cercare di far comprendere che non funziona esattamente cosi,che ci sono tempi e modi ,ma non fa nulla,la gente passa e và,non ha senso per loro perdere tempo a cercare di istruire,meglio dare più cose possibili in poco tempo”buongiorno desidera”? “hemm…mi dà uno di quello,due di quelli,una coca grande”,”vuole anche la salsa?”…via uno dentro un altro nel fast food delle arti marziali,non nego che un hamburger me lo sono fatto pure io,ma il piacere di sedersi in un buon ristorante e gustarsi lentamente,senza fretta dei piatti cucinati a dovere, con la giusta cura, con ingredienti di qualità …beh…è un’altra cosa.

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